Un anno fa: quattro giorni di occupazione al Miche

Nella giornata del 21 Novembre dell’anno scorso davamo inizio all’occupazione del nostro liceo. Un’occupazione che sarà, da tutti coloro che vi hanno preso parte, ricordata come un momento straordinario, che al Miche non si vedeva da molti anni.

È stato un momento di grande aggregazione e socialità. Un momento di libero scambio di idee dove ci siamo sentiti veramente liberi di esprimere le nostre idee e di misurarci con quelle dei nostri compagni. È stato un momento di incredibile spirito di collettività, dove ognuno agiva non per un proprio tornaconto personale, ma nel nome del benessere di tutti e per portare avanti questo meraviglioso progetto. È stato un momento nel quale abbiamo fatto nuove conoscenze e stretto nuove amicizie, uscendo, anche se per poco, dalla monotonia che spesso, purtroppo, accompagna la nostra vita scolastica. È stato un momento creato dagli studenti e per gli studenti: ci siamo trovati davanti ad una realtà nuova, quale quella dell’auto-organizzazione, a cui abbiamo risposto dividendoci in comitati, nei quali ciascuno studente aveva un ruolo mirato e necessario alla sopravvivenza dell’occupazione; abbiamo organizzato e presieduto ad assemblee e dibattiti e, inoltre, abbiamo convissuto con altre persone e con altri modi di pensare e vedere le cose.


Con amarezza, però, notiamo come il motivo per cui gli studenti e le studentesse l’anno scorso hanno deciso di occupare, ovvero la lotta contro la crisi ecologica e climatica, sia lungi dall’essere risolta. L’attenzione mediatica, con il propagarsi dell’epidemia di Covid-19, si sta sempre di meno occupando della tematica ambientale e tutto ciò non va che a vantaggio dei governi dei diversi paesi. L’inazione e l’ipocrisia di questi, infatti, con la grande mobilitazione, soprattutto studentesca, dell’anno scorso e la conseguente grande attenzione da parte del mondo dei media, stava venendo allo scoperto e i politici stavano iniziando a sentirsi, forse per la prima volta, presi veramente in causa.

Crediamo che il problema del Covid-19, per quanto anch’esso ovviamente importante, non debba in alcun modo far passare in secondo piano quello ambientale che, poi, alla fine, solo ambientale non è: parliamo infatti di una crisi che è si di principio ecologica, ma che si estende al campo sociale ed economico con ricadute disarmanti. Da sempre lottiamo per un mondo e una società migliore, lottiamo accanto agli oppressi di un sistema ingiusto, dominato dall’avidità di pochi profittatori che, in nome del mero guadagno, disboscano intere foreste, inquinano i nostri mari, sfruttano le popolazioni e creano guerre. Questa occupazione ha dimostrato che noi, studenti e cittadini del domani, non ci stiamo ad essere presi in giro e vogliamo un futuro migliore per tutti e tutte.
A noi e ad altre mille occupazioni.

Puoi leggere qui il manifesto dell’occupazione, scritto da tutti noi, raccogliendo le idee, le proposte e le considerazioni di tutti.